sabato 20 novembre 2021
Il fiorista bangladese vende anche la “pianta della preghiera”. Credo si chiami così perché le sue foglie, quando sono aperte, sembrano mani sollevate al cielo. Poi si abbassano in cerca di umidità, quasi a ricordare un inchino di pace. Essendo un regalo, la pianta avrà un vaso su misura, con la laccatura del verde giusto e un piattino per evitare che l'acqua esca. Seguiranno potature, concimi ad hoc, e argilla espansa nella quantità prevista dagli esperti. Al di là del caso singolo, occuparsi delle piante è un'educazione alla cura, cioè uno dei motivi che danno senso al nostro stare al mondo: avere qualcosa di cui preoccuparsi. Il verde domestico ci insegna la pazienza e il valore della gratuità. Con le piante non puoi avere fretta, devi assecondarle in tutto: innaffiarle se hanno sete, liberarle dalle foglie secche, coprirle se fa freddo. In cambio non ti danno nulla, tranne se stesse, che poi in realtà è tutto. E allora senza dimenticare la fatica e l'attenzione certosina richieste dal mestiere, pensi che giardinieri e vivaisti abbiano la grande fortuna di custodire bellezza, e di farla crescere, così che diventi dono. Ma possiamo provarci anche noi, giorno dopo giorno, con piccoli gesti di cura, finché la pianta aprirà le sue foglie al cielo. E nel vaso vedrai un fiore.
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