domenica 1 febbraio 2015
I vecchi muoiono in ospedale, accettare di lasciarli morire in casa accompagnati dall'affetto nel dolore pare cattivo gusto, al limite dell'illecito penale.Alla morte come alla nascita s'addice l'asettico, lo sterile, la professionalità preposta che con la prevenzione estende il proprio dominio alla totalità del vivere. Tutto è sotto controllo, nessuno spazio al mistero che ci avvolge; all'umanità di uomini e donne devono bastare la produzione ed il consumo e già uno dei due avanza. Non c'è tempo da perdere, si va di fretta. Un po' ci è imposto, molto ci piace: ci dà il senso di vivere in pienezza. Il tempo è denaro, si sa, ma tralasciare la riflessione, la riconciliazione, la contemplazione, ogni ritualità per una scarna fattività degli atti, non si trasforma in ricchezza.- Non fermarti! - È un pensiero costante, cadenzato, che trova nell'offerta di un nuovo servizio a pagamento la sua pausa ristoro. - Dove stai andando? - È uno sbocco improvviso, lancinante, subito travolto.C'è un nuovo avviso funebre, lo stanno attaccando e mi avvicino nella speranza di una conferma: siamo pochi, ci conosciamo bene, c'è una graduatoria, è nell'ordine delle cose, prego sia rispettata. Oggi c'è un funerale a ricordarmi l'inevitabile. C'è un confessionale, non so per quanto.
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