sabato 15 giugno 2019
Gli aiuti pubblici in economia sono una sorta di "Giano bifronte". Paradossalmente possono essere decisivi per far decollare un'area depressa, ma anche risultare – in altri casi – pericolosi e dannosi. Ciò accade in particolare quando l'aiuto si trasforma in assistenzialismo, peggiorando la condizione economica di un territorio e la vitalità imprenditoriale della sua comunità. Il caso-emblema della seconda categoria a livello internazionale è il Mezzogiorno d'Italia, come ci ricorda efficacemente il pamphlet "Morire di aiuti. I fallimenti delle politiche per il Sud (e come evitarli)", scritto dagli economisti Antonio Accetturo e Guido De Blasio ed edito da IBL Libri. Gli autori analizzano decenni di aiuti economici a favore del Sud, dimostrando come non siano riusciti in alcun modo a ricucire la frattura con il Centro-Nord: dagli incentivi alle imprese della legge 488 del 1992, la cui efficacia è stata «modesta», ai contratti di programma nati nel 1986 che hanno «funzionato poco»; dai patti territoriali che non avrebbero avuto «nessun effetto» così come i contratti d'area, ai programmi operativi regionali, il cui impatto è stato «debole e molto vicino allo zero». Non hanno avuto esito migliore le recenti politiche per l'innovazione. In realtà questa messe straordinaria di strumenti e di aiuti si è rivelata ben più che inefficace, determinando addirittura risultati indesiderati in termini di crescita, produttività e occupazione, oltre che alimentando corruttela e fenomeni mafiosi. Rileggendo la storia della progettazione degli aiuti pubblici e della loro attuazione concreta, è agevole individuare il "virus" che può renderli dannosi. Ricordando la parabola della Cassa del Mezzogiorno, i due autori rilevano che «nel periodo in cui il programma di aiuti venne gestito in base a un assetto centralistico, vi sarebbe stata evidenza di benefici sulla crescita economica del Sud. Le evidenze cambiano, e drasticamente, quando gli esponenti politici locali iniziano ad avere un ruolo nella gestione degli interventi». La delega di poteri e responsabilità dal Governo centrale alle istituzioni locali e la mediocrità delle classi dirigenti che li hanno gestiti, dunque, sono stati nella storia del Mezzogiorno la causa prima della trasformazione degli aiuti pubblici (almeno a medio-lungo termine) in boomerang per le aree che ne hanno beneficiato. È una lezione che val la pena ricordare.
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