mercoledì 29 giugno 2022
Giacomo Perletti lo conobbi quando era studente di agraria all'università degli studi di Milano: un pomeriggio d'inverno, con la neve che scendeva fitta, mi invitò in una casa di montagna dove s'era ritirato coi compagni di ateneo, una trentina, per una “vacanzina di studio”. Si chiedevano da quali premesse partisse il percorso di lavoro dopo l'università. Le domande furono tante, ma di una cosa ero certo: con gli amici vai lontano perché è come avere tanti occhi, tanti cervelli, tante mani che vanno nella stessa direzione. Quando sei giovane queste cose le capisci, quando poi diventi grande subentrano la presunzione di sapere tutto e l'autoreferenzialità. Però Giacomo ha tenuto fede a quel senso di amicizia e ha condiviso subito il progetto della sua tesi di laurea, che era la rinascita di un borgo in località Valzurio a Oltressenda Alta, in alta val Seriana. Dopo 11 anni sono tornato su, con la sorpresa che i ruderi erano diventati case, stalle, laboratori, dove lui produce lo stracchino dalla munta calda e soprattutto un ristorante agrituristico che ha fatto convergere piccoli produttori. Persino un settantenne che ha ripreso la partita Iva per allevare trote e fornirle alla cucina, dove è arrivato un giovane, Michele Lazzarini, già braccio destro del celebre e premiato Norbert Niederkofler in val Badia. Non sto a dirvi che ho mangiato benissimo, con piatti originali che sublimano le produzioni agricole della Bergamasca. Ma è stata la bellezza di quel luogo a convincermi che l'esito di certe soluzioni è solo frutto della gratitudine verso la vita. Lo stesso si potrebbe dire di Leonardo Del Vecchio, che ho conosciuto attraverso i suoi collaboratori e che aveva dentro l'idea del noi e quel principio di restituzione dei grandi imprenditori italiani. Giacomo e Matteo, il suo primo socio, hanno dimostrato di saper fare di conto, certamente, ma anche che la vita è la realizzazione del sogno della giovinezza. Se si spezza questa giovinezza, se gli oratori non ci sono più e la mobilità dei parroci segue logiche diverse dal carisma educativo, laddove attecchisce, i conti poi non tornano, soprattutto nel lungo periodo. Persino i partiti hanno dimostrato di non saper far di conto, laddove la divisione ha prodotto solo sconfitte, e c'è chi ha pure confuso il successo calcistico con quello elettorale. Se questo Paese allora vuol tenere la barra dritta, deve avere come riferimento non le fantasie elettorali, ma i giovani, che significa la realizzazione di un progetto di vita che parte dall'educazione. Il resto è calcolo. Ma se poi non si sa far di conto?
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