mercoledì 26 giugno 2002
Il metodo del successo consiste in larga misura nel sollevamento della polvere. Per aver successo bisogna aggiungere acqua al proprio vino, finché non c"è più vino. In un articolo di "terza pagina" di un quotidiano dedicato ai trent"anni dalla morte di Luciano Bianciardi, scrittore nato a Grosseto nel 1922, vissuto e morto a Milano nel 1972, era citata la prima frase che sopra ho evocato, tratta dal suo romanzo più noto, La vita agra (1962). M"imbatto ora in un altro riferimento letterario, questa volta di un autore noto in Italia per il suo romanzo Pel di carota, Jules Renard (1864-1910), una delle più comuni letture dell"adolescenza. Il tema è identico in entrambe le considerazioni e riguarda il sostanziale bluff del successo. Ci sono giornali che campano sollevando questa polvere dorata o allungando in telenovele infinite quel poco di notizie che hanno riguardo ad attori, principi, cantanti, calciatori e così via. E schiere di lettori e lettrici palpitano, s"affascinano e adorano, mentre le volute di polvere si levano verso l"alto e il flusso degli articoli procede nel vuoto e nella vacuità. Eppure un po" tutti per avere successo, saremmo talvolta pronti a ogni gesto, a ogni ignominia, a ogni compromesso. Basti solo vedere certi programmi televisivi ove impudicamente ci si denuda l"anima con tutte le vergogne, pur di essere in quel riquadro magico che è il televisore, segno di successo e di gloria.Oh, se si ritrovasse un po" di gusto per il riserbo, per la semplicità, per le piccole gioie dell"esistenza!
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