venerdì 28 ottobre 2005
"La scienza ed i suoi falsi pionieri". Questo il titolo ieri su questo giornale per un articolo di Lucetta Scaraffia: a pennello. E sul "Foglio" Alfonso Berardinelli, insospettabile di simpatie ecclesiastiche, ricorda falle e incertezze lasciate in giro, nelle menti e nei cuori, da certo laicismo gonfio di sicurezze ridicole e via via smentite da storia ed eventi. Anche lui a pennello. Ambedue sembrano scrivere apposta in replica degna, su un piano civile, ad un indegno ed incivile articolo, involontariamente comico - "Democrazia e religione"("Repubblica", ieri, p. 58) -, in cui Piergiorgio Odifreddi comincia dando in pratica di incompetenti in filosofia ad Emanuele Severino, proprio ieri tornato a parlare su una cattedra cattolica, al presidente del Senato Pera, ovviamente a Joseph Ratzinger e per l'occasione anche a Giulio Giorello, perché ha osato scrivere di avere qualche "preoccupazione convergente" proprio con Ratzinger. La sua tesi: solo stupidi e incompetenti possono credere di conciliare ragione e fede, in fin dei conti scienza e fede. No. Solo la scienza è sicura e vera. Di più: se c'è una "chiesa" vera questa è solo quella della scienza. Di scienza infatti - sentenzia Odifreddi - ce n'è e ce n'è sempre stata una sola, e qui scimmiotta una formula teologica: "quod semper, quod ubique, quod ab omnibus"". La scienza unica "dea": sempre, dovunque, da tutti adorata. Eccolo: solo al comando universale, lui, Piergiorgio Odifreddi. A te ricorda un po' Don Chisciotte, un po' Sancho e un po' il "vieni avanti"" della Tv di un tempo. Un mistero: ma perché si fa tanto male da solo?
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