giovedì 21 gennaio 2016
Lieto fine, pur molto sofferto, per una quattordicenne ferrarese promessa della danza italiana, che, a causa della separazione dei genitori con un iter giudiziario che dura da 12 anni, ha rischiato di vedere svanire il suo sogno di calcare il palcoscenico della Scala di Milano. Il Tribunale di Roma ha infatti revocato il provvedimento di allontanamento dalla madre ed ha stabilito che potrà tornare a frequentare la scuola di danza milanese, che prepara artiste di fama internazionale e dove la ragazza ottiene ottimi risultati. Tutto ebbe inizio con il fallimento del matrimonio dei genitori e con il conseguente confronto giudiziario, tanto duro da portare la figlia in una casa famiglia. La vicenda aveva suscitato emozione tra i conoscenti e si erano formati gruppi sui social media con migliaia di adesioni a favore della ragazzina danzatrice. Lettere sono state scritte al presidente della Repubblica, al ministro della Giustizia e al vescovo di Ferrara da parte del legale della giovane, Francesco Miraglia, di Modena. «La decisione del Tribunale – ha commentato Miraglia – indica che una giustizia che tenga conto dei sentimenti oltre che del Codice, è possibile». Fa eco il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus: «I giudici hanno compreso come non sia possibile allontanare una ragazza dalla sua famiglia e dai suoi sogni in base a una presunta patologia». Invito agli operatori di giustizia di riconoscere, quando occorra, «la divaricazione tra le discipline psicologiche e psichiatriche e il diritto». La vicenda mostra comunque che i figli sono le principali vittime del fallimento di una coppia.
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