mercoledì 2 luglio 2014
«La parola è energia umana: sia quella del genere umano, sia quella della singola persona, è l'energia dell'umanità che si rivela attraverso la persona».Pavel Florenskiy, pensatore russo geniale (il "Leonardo russo"), fonde le acquisizioni matematiche del primo Novecento con la mistica cristiana ortodossa. Perseguitato dal regime comunista e fucilato nel 1937, il mite e coraggioso pensatore scrive pagine fondamentali sulla relazione tra parola e realtà. Non solo la realtà dell'anima, ma la realtà prima e ultima dell' essere umano, nella totalità anche fisica della sua persona. La parola detta, quindi, la parola, "prima ancora di essere scritta", è la manifestazione suprema dell'energia umana.Per accostare questa rivelazione consideriamo uno dei tanti sapientissimi detti latini: "Verba volant, scripta manent". È una contrapposizione, certo, facile da intendere a livello giuridico: ciò che dici non ha valore se non viene scritto, fissato. Indubbio. Ma accanto a questo un altro senso, più profondo: per salvare la parola che soffiata vola e svanisce, dobbiamo inventare la scrittura. Che non nasce solo per le esigenze del notaio, ma anche perché l'uomo vuole salvare il miracolo di quel soffio, quella voce. Non perdere mai le parole pronunciate e volate via, soffiate dal cuore e dal fiato dell'uomo.
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