domenica 22 febbraio 2004
Se un nero mi aggredisce, posso prendermela con lui. Faccio male a prendermela, però, con i neri come tali. È razzismo. Malpelo legge perciò con piacere, ieri - p. es. "Repubblica", p. 40 - che Oriana Fallaci ha perso la causa contro "Famiglia Cristiana", che aveva giustamente criticato il suo pamphlet di accuse all'islam come tale, uscito dopo l'11 settembre di New York. Generalizzare infatti è sempre sbagliato. Ma vale anche l'opposto. Ieri sull'"Unità" - prima pagina e seguito a p. 10 - un bel pezzo di Walter Veltroni - "Missionari. Il Cielo in Africa" - commemora "padre Prosperino", un prete cappuccino di recente morto in Mozambico dopo 47 anni di vita donata a quella gente. Commosso, Veltroni, che ricorda l'ultimo incontro, a luglio: "Era già malato, ma non lo dava a vedere, animato com'era da un'energia che gli veniva dalla volontà di continuare"". Bravo, Veltroni! Però se poi uno pensa che nel mondo, tra preti e suore in missione nei Paesi più disperati e disperanti, ci sono quasi un milione di "padri Prosperino", allora capisce che forse quell'"energia" non si spiega solo con la personale "volontà di continuare". Non ci sarà anche "altro", nel dono senza riserve di un milione di persone che si giocano la vita intera, senza alcun ritorno mondano, senza guadagno di soldi, senza carriere umane, senza notorietà sui media, senza altro che "il cielo", proprio così, come nel titolo, un "cielo" che comincia e deve cominciare qui, trasformando la Terra perché sia sempre meno inospitale per tutti? Qui, e non al Congresso di un partito, forse sta bene l'evocazione dello Spirito Santo, che muove il mondo anche attraverso noi"
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