mercoledì 25 agosto 2021
Maga Lino, il leggendario produttore del Barbacarlo, da ieri ha raggiunto i 90 anni, festeggiato dagli amici, tanti, confluiti a Broni, nella sua cantina concepita come una grande casa per accogliere e per condividere. Perché non esiste veramente il gusto se non diventa qualcosa di inclusivo che allarga gli orizzonti anziché chiuderli. A lui ho dedicato uno dei capitoli più struggenti del mio ultimo libro che parla degli sguardi e che termina con questo aneddoto: «Un giorno è entrato nella sua bottega un barbone che gli ha chiesto la bottiglia più vecchia che avesse, promettendogli di dargli tutto ciò che possedeva. Peccato che nel portafoglio ci fossero soltanto pochi spiccioli. Al che Lino, senza fare una piega gli porse quella dell'annata 1961, primo anno in cui iniziò a vendere in vino in bottiglia e gli disse: "Va là che sei Gesù Cristo tu"». L'ho voluto ricordare così l'amico Maga Lino (lui vuol farsi chiamare così), nel giorno in cui termina il Meeting di Rimini che ha messo a tema quell'io che può diventare un noi, ma anche nei giorni dove esce allo scoperto la fragilità umana del mondo, accanto al volto cinico del potere che cerca i suoi vantaggi dalla tragedia afghana. E mi sovviene il passo del Vangelo quando Gesù disse: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato…». Sul mio cellulare, ieri, sono arrivate le immagini di due bambini afghani che hanno raggiunto Roma, da Kabul, grazie a un cargo italiano. E sorridevano sorpresi dalle attenzioni dei nostri volontari. Me l'hanno girata degli amici, che a loro volta l'anno ricevuta dall'onorevole Mario Mauro, un uomo che, pur essendo fuori dai grandi giochi della politica (è stato parlamentare europeo e ministro della Difesa), non ha dimenticato la commozione ed è riuscito a rintracciare il prossimo, per condividerlo con altri. Io credo che “il coraggio di dire io” sia una cosa del genere, che è intimamente anche politica, laddove diventa un servizio all'umanità che soffre. Per questo, il momento tragico in cui ci troviamo può essere l'ennesima occasione per capire il nesso fra il dono di essere nati in un Paese come il nostro e la vocazione ad accogliere, anziché a respingere a priori. Non sapremo mai fino in fondo il segreto del sapore di un pane, finché non lo condivideremo con quell'altro, che ha le sembianze misteriose di quel passo del Vangelo o della semplicità di cuore di Maga Lino che senza esitazione, come Pietro sulla barca, a un certo punto ha detto: «È il Signore!».
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