venerdì 8 novembre 2002
Dopo il Salone del Gusto di Torino, la prossima settimana (dal 14 al 19 novembre) apre a Milano l'Expo dei Sapori, un'altra kermesse del gusto che rimetterà al centro dell'attenzione la terra, il territorio, la tipicità. Ed è curioso che molte cose scontate (come conoscenza), in questi contesti diventino una novità. La Sicilia, ad esempio, rappresenta uno scrigno di cose buone che trovano nella pasticceria una sorta di sublimazione. La Regione, in tal senso, promuove ogni mese un'iniziativa rivolta ora all'olio, ora ai formaggi, ora al cus cus, ora ai vini che, per quanto concerne l'annata 2002, potranno vantare un primato. Il pistacchio di Bronte, ad esempio è un prodotto che rischiava l'estinzione, vista la scarsa produttività. Antonio Vaccaro di Racalmuto è un alfiere di questo prodotto, avendo ereditato dal padre una coltivazione che tuttavia produceva i frutti ad anni alterni. Armato di santa pazienza ha provato a sperimentare nuove tecniche di coltivazione per aumentare la produttività, tanto che oggi le sue piante di pistacchio si estendono su ben 15 ettari. La raccolta dei frutti viene effettuata ad inizio settembre, quando i pistacchi vengono immediatamente sgusciati e fatti essiccare al sole per tre giorni. Dopodiché inizia l'impiego in cucina, che vuole i pistacchi come ingredienti di alcuni piatti (benché rendano poco in cottura) o come decorazione. Ma l'uso più diffuso è nei dolci: interi, tritati, ridotti in polvere e mantecati, per fare il gelato o creme per condire torte e pasticcini. Un dolce semplice è quello della crema di uova (5 tuorli con zucchero) e pistacchi (60 grammi di pistacchi e altrettanti di mandorle macinati). Si uniscono questi due ingredienti con 30 gr di farina bianca e 3 albumi d'uovo montati a neve. Una volta amalgamato il tutto si versa l'impasto in uno stampo imburrato e si lascia in forno 40 minuti. Verrà servito freddo con un po' di zucchero velo, magari all'ora del tè, che rimane sempre un buon compagno per apprezzare la delicatezza dei dolci, e non solo quelli. L'albero del pistacchio, cioè la Pistacia vera, è un piccolo albero originario del Medio Oriente e dell'Asia occidentale. I pistacchi sono diffusissimi nella cucina del Mediterraneo ma anche dei Paesi dell'Est, sono molto simili alle mandorle e quelli di Bronte, in provincia di Catania, da un punto di vista bromatologico-nutrizionale svolgono un'azione utile a prevenire le malattie cardio-vascolari. Il pistacchio è un piccolo frutto dotato di guscio duro beige-rossastro. Il colore del pistacchio mangiabile è invece verde e il frutto è ricco di grassi vegetali e di proteine, mentre mancano del tutto i carboidrati semplici e l'unica componente amidacea presente è rappresentata dalla fibra vegetale, che è molto concentrata (cioè 10,6 gr) e corrisponde - per 100 grammi di prodotto - a un terzo del fabbisogno giornaliero. Il pistacchio contiene pochissima acqua, meno del 4%, con una buona dose di vitamine del gruppo B, come la B1, la B2, la Vitamina PP, mentre al contrario di quanto ci si potesse aspettare non c'è traccia di Vitamina C, come potente antiossidante. A supplire a questa carenza c'è, invece, una buona presenza di Vitamina E, come d'altronde si riscontra in tutta la frutta oleosa, cioè noci e nocciole, che oggi costituisce la capofila dei prodotti anti invecchiamento e antitumorali. Il pistacchio ha abbastanza ferro, però non ha molto calcio e niacina, ma si distingue per la presenza di magnesio, utile al cervello. Il frutto svolge alcune azioni originali, fra le quali il rinforzo delle vie bronco-polmonari e del sistema cardio-vascolare, perché si tratta di un prodotto vasocinetico. Un etto di pistacchio fornisce molte calorie ma non contiene colesterolo, mentre è abbastanza r
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