sabato 8 aprile 2017
Incredibile in pagina: per esempio l'altro ieri (6/4) un quotidiano libero, ma che spesso scambia la libertà con il diritto di scrivere le cose più assurde e contraddittorie, lancia in prima con ampio seguito interno una tirata contro papa Francesco ove l'accusa più leggera, tra altre allegramente spiluccate come da un grappolo di uva appassita, è che le sue «frasi, in bocca a chiunque altro sarebbero considerate bestemmie»! Nessun argomento valido a sostegno, ma volontà ripetuta di distorcere e fraintendere. Di solito (Mt.10,14) vale la pena di scuotere i sandali e tirare avanti, ma qui e per una volta è il caso di ricordare che, stesso giornale (27/10/2013) e soprattutto stessa firma (!), hai letto cose non solo diverse, ma direttamente opposte e ferocemente critiche nei confronti di chi si permetteva di dubitare – non dico criticare – nei confronti di papa Francesco. Ecco qualche dettaglio: «Tutto fa brodo per attaccare Francesco... ogni inezia viene guardata col sospetto di eterodossia e di infedeltà alla tradizione. Ma degli atti ufficiali del suo magistero se ne infischiano... snobbano il suo magistero quotidiano... tutto questo non è considerato... nella rete (e in qualche giornale) ribolle il malcontento di certi cattolici che, scandalizzati, sollevano sospetti sul Papa (...) Qualunque persona in buona fede si rende conto facilmente... È evidente che si tratta di una colossale baggianata (...) Basterebbe, per chiarirsi le idee, ascoltare il magistero quotidiano di Francesco... Ma chi sta col randello del pregiudizio in mano (...) si attacca ad ogni pretesto ed è sempre pronto a colpire». Che dire? Che si può cambiare idea, ma scrivere il contrario di ciò che si è gridato “orbi et urbi” con la stessa veemenza è davvero troppo. Troppo per non andare a sbattere in modo sulfureo nel muro del ridicolo.
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