domenica 23 marzo 2014
Alla fondazione Castellini di Melegnano ha vissuto don Renzo Del Fante, uomo di Dio. Prima cappellano, poi instancabile vecchio nell'esercizio della fede, fino alla morte. Fu anche esorcista, cioè un lottatore in guerra ventiquattro ore al giorno col maligno. Ho condiviso la sua amicizia, tra gli altri, con il poeta Franco Loi, con l'attore Giovanni Crippa e il tenore Gianfrancesco Biggioggero. La sua stanza era un'arnia dove ronzava uno sciame di gente sofferente, nonché di amici per la pelle nella fede. La sua bussola era il discernimento: capiva, attraverso la preghiera, se si era o no in presenza del maligno, per poi estrometterlo. Visitava, allo stesso scopo, anche i luoghi di presunte apparizioni a veggenti. Ebbe in cambio ogni genere di male, anche fisico. La sua cartella clinica era un garbuglio di malattie, fra di loro senza capo né coda, aveva l'aspetto di un fuggitivo da un campo di concentramento con il perenne sorriso stampato sul volto. Quando gli chiesi circa l'attendibilità del film «L'esorcista», mi rispose che era tutto verosimile, anche la morte del primo esorcista; circa il secondo invece, il maligno non può mai entrare in chi detenga la croce. Il maligno infatti, disse, può creare un inferno di spaventosi disastri ma poi cede alla croce e se ne va.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI