sabato 16 maggio 2015
Il postino di solito porta lettere e raccomandate. Ma a Padova porta anche il pane. Carica pagnotte e rosette in due grandi sacchi, spesso ci aggiunge anche frutta e verdura, poi ne appende uno per ogni lato del manubrio della bicicletta e attraversa i quartieri periferici. Bussa alla porta delle famiglie che hanno poco da mangiare – immigrati con tanti bambini, anziani soli, persone che hanno perso il lavoro – e consegna gli alimenti: non freschissimi, visto che si tratta di avanzi donati da panifici del centro o dai fruttivendoli delle piazze. Il “postino del pane” Tito Panizza ha 78 anni e la pensione ha deciso di occuparla così. Ha fatto il casòin, come si dice in Veneto, il bottegaio-salumiere per decenni e ha voluto continuare a stare nel ramo, se così si più dire. Domani, domenica 17 maggio, nella Basilica di Sant'Antonio riceverà il Premio della Bontà 2015, un concorso che i frati indicono per la 41esima volta. Ecco la motivazione: «Per la sua meritevole attività quotidiana di consegna a domicilio di pane e generi di prima necessità donati dai commercianti padovani e da lui consegnati, con semplicità ma vero spirito di servizio sociale, a famiglie in stato di bisogno». Nato a Torino da genitori veneti, Tito Panizza spiega che si dedica «tanto agli altri forse perché anch'io ho sofferto abbastanza, specialmente quando ero piccolo». A 15 anni infatti aveva già perso entrambi i genitori. «Faccio del bene perché ritengo doveroso aiutare concretamente quelli che non sono stati baciati dalla fortuna». E “il postino del pane” lunedì comincerà i suoi nuovi turni di consegna.
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