sabato 5 maggio 2018
Lupus che morde a sorpresa. Se per esempio hai letto nel titolo (“Corsera”, 29/4, p. 26) che a proposito di «dialogo con la società Francesco parla, ma la Chiesa è silenziosa», resti dubbioso: Francesco è Chiesa, anche lui è Chiesa, e per fortuna di tutti. L'Autore del resto pare accorgersene e aggiunge: «Intendiamoci: il Papa parla eccome!» E indica le catechesi alle Udienze e nelle parrocchie romane, e le visite in memoria di chi ha “parlato” – eccome! – soprattutto con la vita: Milani, Mazzolari, Padre Pio, Tonino Bello... Per l'autore però questo è andato sui media, ma «non ha mediazione e rilancio da parte della Chiesa, che resta “silenziosa”». Strano strabismo, singolare sordità! I testi della Cei, quelli di “Avvenire” e di Tv2000, quelli delle riviste diocesane e i giornali delle parrocchie, talora splendidamente “parlanti”, non esprimerebbero «la Chiesa»! E la gente che va ad incontrare il Papa, lo ascolta, prega con lui, e gli vuole bene non è Chiesa? O, magari, si vorrebbe che il vescovo indichi nomi e cognomi di politici con accanto “Lo avete fatto a me”? Da un estremo all'altro? Succede anche questo. Su “Repubblica” (25/4, p. 27) leggo «L'inedito silenzio dei vescovi». Firma esperta di chi pare aver capito tutto e da sempre, come da unico luogo obiettivo. Ma non è così: la Chiesa parla, la Chiesa ascolta, la Chiesa pensa. Anche in tanti suoi fedeli. E anche se la stampa non ne prende atto, non rilancia, o addirittura fraintende. Senza offesa: càpita. Prima di parlare, e quindi di scrivere, e di accusare il silenzio altrui si legga il più possibile dove si può e si deve: il Papa parla, ed è evidente che è un uomo e un pastore che è anche capace di ascoltare la Chiesa nella voce degli altri, a partire dalle periferie, dove trova la gente, il suo popolo che parla anch'esso, e con questo parla anche la Cei... Libertà è leggere, ma per capire, e poi forse scriverne...
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI