martedì 29 novembre 2016
Sabato, “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”, su tutti i giornali la parola di papa Francesco che ho letto qui (p. 8): «Il Signore vuole le donne libere in piena dignità». Capita però che, stesso giorno, “Il Foglio” esca allegando anche la sua copia del 27 giugno 2006, ove a p. 2 ritrovo “La Preghiera” di Camillo Langone che inizia con una domanda: «Perché le suore sono cattive?». Sei stupito, e leggi che «tutte le sue amiche che hanno studiato dalle suore... ne parlano malissimo... Qualcuna ha perso la fede», e se per fortuna «l'ha conservata... di suore non vuole più sentir parlare». Ritorna pungente l'interrogativo, ma moltiplicato: «Perché le suore sono cattive? Perché preghiamo per le vocazioni se poi metà di queste dà frutti velenosi? Non sarebbe meglio pregare solo per la vocazioni maschili?» Infine, dopo aver letto per la terza volta la domanda sul «perché le suore sono cattive?» arriva la risposta solo apparentemente interrogativa: «Forse perché sono innanzitutto donne?». Leggi, rileggi, ci pensi un po' – basta poco però – e capisci meglio tante cose sulle posizioni squadernate su certe fogli di giornale sugli altri problemi di società e anche di Chiesa: nostalgia di dominio maschilista ed economico sulla società globalizzata, e nella Chiesa nostalgia di leggi antiche per la liturgia, con le donne ben tenute «ex longinquo» (Can. 813: lontane dall'altare) anche quando rispondevano al celebrante. E ti torna in mente la risposta obbligata se all'esame di Diritto Canonico ti si chiedeva la prima caratteristica per ricevere validamente il Sacramento dell'Ordine Sacro: «Maschio»! Si dirà che vale ancora, ma senza sottintesi e nostalgie. Sì, ma sulla realtà della donna nella società e nella Chiesa tra la parola di papa Francesco e quella “Preghiera” ri-pubblicata c'è davvero un abisso...
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