Il Papa, i giovani, il digitale: su gli occhi dagli smartphone
mercoledì 29 settembre 2021
Non è la prima volta che papa Francesco, rivolgendosi alle giovani generazioni, marca una distanza critica verso determinati aspetti dell'ambiente digitale. È accaduto di nuovo nel messaggio appena pubblicato (su “Avvenire” è a p. 19 dell'edizione di ieri) in vista della prossima Giornata mondiale della gioventù, che da quest'anno viene celebrata a livello diocesano la domenica di Cristo Re. Nel contesto di una rilettura del brano degli Atti degli apostoli in cui Gesù dice a Paolo: «Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto» ( bit.ly/39LDSnf ), per cinque volte il Papa chiede in qualche modo di alzare gli occhi anche dai propri smartphone. Lo fa in modo più articolato quando prende – pensando soprattutto a TikTok, si direbbe – le varie «storie» che, attraverso i social, «condiscono le nostre giornate», storie «spesso costruite ad arte con tanto di set, telecamere, sfondi vari» e mirate a «mostrare agli “amici” e followers un'immagine di sé che a volte non rispecchia la propria verità», e vi contrappone Cristo, «luce meridiana» che «viene a illuminarci e a restituirci la nostra autenticità, liberandoci da ogni maschera». Gli altri riferimenti ribadiscono il rischio di dare credito a visioni distorte: Francesco ricorda ai giovani che «anche nell'era di Internet» la conoscenza di Gesù non si può dare per scontata, ovvero che è a lui e non ad altre fonti che va chiesto: «Chi sei?»; che quando Saulo sceglie di darsi un nuovo nome «non si tratta di un nickname», come si usa oggi; che vi sono «nativi digitali» che ricorrono «senza scrupoli all'arma delle fake news per spargere veleni e demolire i loro avversari». Certo è proprio per questo suo difetto di autenticità che, nella conclusiva serie di «Alzati!» con cui il Papa conclude il messaggio ai giovani, tra i luoghi in cui testimoniare e diffondere con gioia il messaggio di amore e salvezza di cui Cristo è portatore figura anche «il mondo digitale».
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