lunedì 25 aprile 2005
Benedetto XVI sabato ha salutato i giornalisti con un'udienza tutta speciale: dieci minuti. Li ha ringraziati del loro lavoro e, titolo ieri su "Repubblica", ha ricordato: "Abbiate rispetto per l'uomo"! Poi un "Padre Nostro", una benedizione e via. Forse i "signori della pagina e dell'etere" si aspettavano di più, e qualche mugugno era evidente. Uno implicito, ieri, ha sottolineato che nel suo discorso il nuovo Papa non ha parlato spagnolo...E via con le supposizioni: "Ha già deciso - scrive sempre "Repubblica" - di depennare lo spagnolo"! Quindi ha snobbato la maggioranza dei cattolici del Sud del mondo. Con sottinteso neppure troppo celato, già avanzato nei giorni scorsi: "i cardinali del Sud del mondo volevano un altro". Chiacchiere e smemoratezza. Anche Giovanni Paolo II nel suo primo discorso non usò lo spagnolo"E di più: allora dal momento che ieri, nel magnifico discorso di inaugurazione, la lingua è stata solo l'italiano, si può pensare che ad eleggerlo siano stati solo i cardinali italiani? È la logica di certi "illogicismi" di chi si trova spiazzato dai fatti, crede di sapere tutto, non sa niente, e neppure vuole imparare. Forse, e sarà una sorpresa solo per chi non lo conosce, Benedetto XVI avrà modo di far capire, a noi giornalisti, che per la Chiesa - almeno per la Chiesa - noi non siamo "il pirulino" di mezzo del biliardo del Bar Sassuvivu, a Foligno, che per gli umbri è il centro della regione, quindi dell'Italia, del mondo e dell'universo. Quel "Padre nostro" così inatteso è stato forse come una "penitenza", dopo una specie di confessione pubblica che ridimensiona la nostra importanza. Va bene.
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