sabato 10 dicembre 2016
Qui giovedì su "Francesco il Papa della gente" speravo che il film tv fosse migliore di certo lancio pubblicitario in pagina. La bella recensione su "Avvenire" di ieri, del collega Andrea Fagioli, lo attesta. Qui dico la mia: ho visto due belle puntate cariche di passione – per il Vangelo, cioè per Gesù Salvatore e per tutti i salvati – nella testa e nel cuore di un uomo, prete, vescovo e poi Successore di Pietro. Passi intensi e per me anche ricordi vissuti.
Qui e su "Vatican Insider" più volte ho scritto di Ester De Careaga, e tra gli anni 70 e 80 del Novecento incontrai più volte le "Madri di Plaza de Mayo" guidate da Angela Boitano, che a Roma don Viscardo Lauro, incompreso dai superiori proprio per questo coraggio, ospitò a lungo in Canonica alla Trasfigurazione, con lui allora anche don Andrea Santoro poi ucciso in Turchia. Due "madri" le portai anche a "Mixer", su Rai2, per il "Faccia a Faccia" di Giovanni Minoli. E Giovanni Paolo II allora ebbe per loro un saluto all'Angelus domenicale (29 ottobre 1979).
Bel filmato, dunque, intenso e senza retorica, che tra l'altro smentisce una qualche assurdità nel lancio pubblicitario di cui parlavo l'altro ieri... Resta tuttavia, nella soddisfazione lieta della visione del film, l'impressione penosa della massiccia overdose pubblicitaria ripetutamente inserita nel corso della visione senza alcun preavviso, spesso anche con oggetti del tutto incompatibili con lo spirito di quella vita, di quelle vicende, di quella passione per Gesù e per gli ultimi vive nel filmato. Un merito inoltre: non aver dato alcuna eco alle calunnie sul tema di Francesco e della feroce dittatura di Videla. In sostanza: che un uomo e un prete così sia stato vescovo, cardinale e ora Papa dice che nella Chiesa verità e libertà autentica hanno sempre radice: quella del Vangelo.
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