martedì 19 maggio 2020
Per chi ama la Storia, consapevole della nozione elementare quanto disertata che il passato è la nostra migliore risorsa per capire il presente, sarebbe quanto mai importante studiare i cosiddetti "secoli bui" dell'Occidente. Quelli in cui, secondo la mentalità comune e certe distorsioni dozzinali dell'immaginario, sarebbero stati una sorta di statico abbruttimento delle "magnifiche sorti e progressive" manifestate dall'Impero romano, e riaccese faticosamente nel Rinascimento fino a giungere al loro massimo splendore con la Rivoluzione francese o, per qualcun altro, con l'elettrificazione di un grande Stato che, dal 1917 in poi, ha esteso il concetto di "macchina" a unità di produzione del terrestre. Bene, è invece proprio da quel lunghissimo e misconosciuto lasso di tempo che chiamiamo "Medioevo" che sono germogliati frutti poi sbocciati nei secoli a venire o drammaticamente da questi soffocati. Quando si evocano i roghi delle streghe, ad esempio, pochi sanno che questi hanno avuto il loro apice nel 1700, ossia nel cosiddetto "Secolo dei lumi". Abbiamo una concezione della storia che è più vicina alla narrazione di un lungo aneddoto delle sorti umane che a una consapevolezza seppur sommaria dei fatti. «La storia – scrisse il grande Jacques Le Goff – è innanzitutto il mito che ne abbiamo».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: