martedì 29 luglio 2014
I miei amici della "Giostra del Gol" (programma tv della Rai destinato ai milioni di italiani sparsi per il mondo) mi tempestano di social-messaggi per protestare contro l'insipienza dei club e l'impotenza delle squadre che mandiamo in giro a far pessime figure in partitelle di poco conto o tornei tipo Coppa del Nonno giusto per raccattare manciate di dollari che non compensano neanche una mensilità di Totti o Balotelli. L'ultima bravata del Milan, espostosi senza una difesa accettabile alla pur estiva potenza del Manchester City (5-1), ha risvegliato nei poveri tifosi rossoneri - ma anche in quelli dell'amata Italia - la rabbia mondiale; ha rievocato la figuraccia con Costa Rica e Uruguay, perchè in fondo i crolli del Milan, le faticacce della Roma e dell'Inter, per non dire della Juve sconfitta da ignoti Dilettanti del Lucento (squadra di un quartiere di Torino) o delle bizze dei "napoletani" con il permaloso Benitez, finiscono per essere aggregati al fallimento azzurro. Il flop del nostro calcio in tempo di ombrelloni è totale, se guardiamo alle cronache quotidiane: campioni non ne arrivano, ne vedremo anzi partire, e siamo costretti a nutrirci della saggezza alla naftalina di Zdenek Zeman, il quale - come certi mitici soldati giapponesi del 1945 - è rimasto da decenni in trincea a combattere l'odiata Juventus piuttosto che far visita a Coverciano per un corso di aggiornamento tattico (la Roma si è miracolosamente salvata dalle sue cure). Dico di Zeman perchè ha sentenziato: «Non c'è più Conte? La Juve non ne sentirà la mancanza»; e Conte mi serve proprio per far capire quanto siano pericolose le sconfitte estive per il morale della truppa. Andiamo alla ricerca di motivatori, ci esaltiamo per i leader di certe squadre esotiche spedite all'assalto in nome della Patria, del Re, dello Sceicco e compagnia bella, poi ci facciamo umiliare nei torneucci estivi o liquidiamo Mister Intensità come un intruso o un qualunque panchinaro sostituibile dal primo che passa. Per carità, spero fin da questo istante che le leggerezze estive non pesino sul campionato, anche se spesso pregiudicano una corretta preparazione, e tuttavia trovo stupidi, se non perniciosi, i progetti estivi partoriti in netto contrasto con quelli invernali. Un esempio per tutti: il Milan di Inzaghi, talmente in laboratorio che doveva essergli evitata la scena internazionale; perchè, lasciatemelo dire, in pochi giorni il club rossonero ha cancellato tutte le buone intenzioni di Barbara Berlusconi, i suoi sogni di marketing, le sue pretese di rinascita che possono passare solo dal lavoro, non dalle passerelle americane. Pippo non ne ha colpa, ma con quella difesa lì ha fatto in dieci giorni più danni di Seedorf in sei mesi. Ammesso che fossero danni.
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