venerdì 18 settembre 2015
«Sono andati via sperando in un domani migliore,/ andati via verso una meta sconosciuta./ Sento le loro grida, ma chi li aiuterà?/ Vedo i loro volti pieni di paura e di lacrime./ Il mare, questo mare cimitero di africani, di arabi, musulmani e cristiani;/ solo Dio resta, nostra ultima speranza!». Può l'esperienza del naufragio trasformarsi in qualcosa di buono? La vicenda del giovane Balde, senegalese di 23 anni e autore dei precedenti versi, giunto in Italia sbarcando nel 2014 presso Siracusa, è una luce tra le tante sofferenze. Persecuzioni di tipo politico e religioso, lo hanno costretto a fuggire, ad abbandonare la famiglia, la casa, gli studi universitari in lingue. È stato accolto all'Ostello del Borgo di Piazza Armerina, gestito dall'associazione Don Bosco 2000; nella struttura oggi frequenta il corso di italiano ed è in grado di aiutare, se necessario, i mediatori culturali nella traduzione dall'italiano alla lingua locale senegalese per i nuovi migranti che arrivano. Coltiva molte passioni, tra cui quella della lettura e della poesia, e quest'ultima l'ha portato ad ottenere con la poesia "Il naufragio dei migranti" una segnalazione di merito dalla giuria del "Premio Poesia, Prosa e Arti Figurative" promosso da "Il Convivio" per il 2015, la cui premiazione sarà il 25 ottobre a Giardini Naxos nel messinese. Mentre continua a scrivere poesie e sogna di pubblicarne una raccolta, ha vinto già un altro premio sperato da tutti i richiedenti asilo: la protezione umanitaria.
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