martedì 27 marzo 2018
Povera Italia, travolta dalle critiche dopo l'esordio “svedese” (senza gol e con i soliti noti) con gli argentini pur privi di Messi, nel Mondialino di Gigi Di Biagio. Mi hanno insegnato - alle elementari - che le critiche devono essere costruttive e allora mi butto. Innanzitutto consiglio a Malagò e Fabbricini di instaurare buoni rapporti con Mino Raiola. Il soggetto è un po' particolare, direi vistoso nel fare e nel dire, certo dimentico del bell'Italiano usa a volte termini volgari - ha detto che la Federazione fa schifo - ma in via Allegri è stato capito, forse perdonato visto che nessuno ha replicato: immagino che il suo intervento sia suonato come una proposta di collaborazione. E dunque gli si consenta di offrire i suoi gioielli alla Patria visto che fanno parte della sua scuderia Gigio Donnarumma (19), Lorenzo Pellegrini (22), l'eterno ragazzo Mario Balotelli nonché gli stagionati Lorenzo Insigne e Jack Bonaventura (29). In fondo, ironia a parte, la situazione del calcio italiano è questa: esibiti gli scarsi ricavi e gli enormi debiti dei club (virtuosi, non a caso, solo i duellanti Juve e Napoli) i veri padroni, ricchi e potenti, sono loro, i procuratori, col Mino vagante in Europa e nel Mondo accreditato di aver appena guadagnato una cinquantina di milioni. In che mondo vive, la Federcalcio? Cosa propone a Ancelotti, Conte e Mancini se non un ricco contratto che somiglia molto a un'assicurazione? «Non ci sono giocatori validi - immagino il discorso di Fabbricini - e dunque i milioni che offriamo coprono il rischio figuracce». Fossi uno dei tre, preoccupato del buon nome messo a repentaglio, pretenderei ben altra assicurazione, ovvero la rivalutazione dei giovani italiani destinati a rinverdire l'età e i fasti della già gloriosa Nazionale. Qualcosa s'ha da fare, per restituire un po' d'italianità alle squadre soprattutto nei ruoli-chiave che da tempo abbiamo affidato agli stranieri. L'Italia ufficialmente non è ai Mondiali (magari spera che Zar Putin e Lady May litighino alla brutta arrivando al salvifico boycott) ma in realtà è presentissima con fior di giocatori stranieri militanti nel nostro campionato che ormai seguiamo addirittura con preoccupata solidarietà - dico di Icardi e Dybala - quando un signor Sampaoli qualunque minaccia di lasciarli a casa. Il successo televisivo del Mondiale in fondo dipenderà da loro. Con tutto il rispetto per Inghilterra, Olanda e Francia questo Mondialino vale poco per la ricostruzione della Nazionale. Serve piuttosto una ricerca rapida e coraggiosa di talenti da forgiare per il Qatar 2022. La Nazionale attuale - anche se è doveroso augurarle di onorare al meglio gli impegni - sarebbe di nuovo in difficoltà con le qualificazioni. A Wembley, dove stasera affronteremo la rinascente Inghilterra (diretta Rai 1, ore 21), dobbiamo augurarci di ritrovare il Belotti smarrito. Si parla tanto di portieri - Buffon, Donnarumma, Perin - ma il problema è il gol. “Gallo”, stasera pensaci tu.
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