mercoledì 5 febbraio 2014
Quando ero piccolo, per capire meglio l'Assunzione e distinguerla dall'Ascensione, la paragonavo alla carrucola che ci fa salire se qualcuno opera coi suoi muscoli, la seconda la immaginavo come gli uccelletti che salgono volando da sé. La località si chiama Villa Rossa, forse perché le zolle da queste parti sono fiammeggianti; la chiesetta è settecentesca. Sopra l'altare una pala; è una tela ampia, coeva dell'edificio, raffigurante un'Assunzione. La Madonna ha sotto i piedi una di quelle nubi trasportatrici che abbiamo visto in mille immagini e che vanno, a seconda della perizia del pittore artefice, da una nuvola leggera come una piuma, fino a quelle gnucche come una patata bollita. Fra le testine degli angioletti che attorniano le caviglie della figlia di suo figlio, s'insinua una faccia tetra dal naso camuso, il diavolo, che ha trovato modo di comparire, sgradito, anche nel candore di questa lineare icona campestre. Fuori, le mucche frisone sono in bianco e nero come i film neorealisti dei primi anni cinquanta. Hanno mammelle gonfie come cornamuse scozzesi. Arriva il sacerdote in motorino. Conosco le processioni autostradali in corso a quest'ora e la disperazione di chi non sa più cosa inventare per trascorrere il suo ferragosto in originalità.
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