giovedì 3 ottobre 2019
Papa Francesco ha ricordato il detto sul “denaro sterco del diavolo” e in diverse pagine è stata insurrezione. Eppure quell'espressione si fonda su una chiara parola d'Autore: «Non potete servire a Dio e al denaro!» (Mt. 6, 24). Difficile risalire a chi ha confezionato il primo e popolarissimo detto, ma sulle solite pagine non c'è stata alcuna seria riflessione... Ieri, invece, grande spazio ovunque alla vicenda dei “tortellini al pollo”, con esibita ironia polemica (anche qui sulle solite pagine) nei confronti dell'arcivescovo di Bologna che ha la colpa di somigliare tanto al Papa... Succede! Sempre ieri però mi ha colpito la prima pagina de “L'Osservatore Romano” con questo titolo: «Costrette a partorire bambini da vendere». Succede anche questo, in Nigeria. Si dirà che dello stupro e dei femminicidi si parla parecchio, ma in questo caso mi pare evidente che alla radice vera del male sta il denaro e la brama che scatena! Si violentano, quelle donne per avere i bimbi da vendere, ovviamente sottraendoli alle mamme. Ecco la radice di tanto male, forse di tutto il male del mondo: l'interesse per “l'idolo” che è “muto” e non disturba, ma serve al proprio uso e al proprio potere. E va ricordato che il denaro nella parola di quell'Autore citato sopra è “Mammona della ingiustizia”! Il denaro non è fonte inevitabile o effetto inevitabile di mera disuguaglianza, ma di “inuguaglianza ingiusta”. Zaccheo, convertito dallo sguardo e dall'invito ripara all'ingiustizia sua e delle leggi di allora, anche se non abbraccia – per quanto se ne sappia – lo stato di povertà evangelica. Anche qui è il caso di pensare. La scelta dei poveri – che qualcuno chiama con disprezzo “pauperismo” – operata e vissuta dalla Chiesa legge i “segni dei tempi” del passaggio dello Spirito Santo anche nel Vaticano II – non disprezza il denaro, ma evita il rischio della idolatria. Gli idoli sono muti, il vero Dio rivelato in Gesù parla: il segreto è l'ascolto.
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