venerdì 14 maggio 2010
Forse non ve ne siete accorti ma il Mondiale è già cominciato. Il Sudafrica è in ogni Redazione. La polemica corre sul filo, sul computer, sul video.
Da una parte l'aggressività dei critici, spesso messa in archivio alla fine di un Mondiale e tirata fuori all'alba di un altro. Motivo? Ad esempio, frustrazione per non averci preso nel 2006: molti volevano Lippi a casa e se lo sono ritrovati "mondiale"; oppure, ansia di protagonismo: specialmente se giovani, o al primo approccio, i cronisti sono spesso d'assalto, il ct un bersaglio, la Nazionale Fort Apache; altrettanto spesso, campanilismo: hai lasciato fuori un giocatore della mia squadra, della mia città, favorendone un altro, e non mi sta bene; punto più alto della polemica appena registrato: Lippi ha offeso Roma lasciando a casa Totti. Ce n'è per tutti i gusti: a volte scendono in campo anche i reputè, detti autorevoli, e lo fanno per confrontarsi alla pari col Ct, ma sempre con scarsa fortuna: fin dai tempi di Pozzo, passando per Valcareggi, arrivando a Bearzot e Lippi, il "Verbo" è rimasto inascoltato e spesso addirittura i giocatori minacciarono risposte "fisiche".
Nel '70, a Città del Messico, Domenghini si ribellò addirittura a Gianni Brera che faceva commenti ad alta voce dalla tribuna, durante gli allenamenti; nell'82, a Barcellona, Cabrini e Rossi volevano castigare un gossiparo che aveva messo in giro pamzane su di loro, e così fu silenzio stampa. Questa vigilia è animata da tre-quattro temi anti-Lippi: 1) Ha convocato troppi juventini malandati; 2) Ha lasciato a casa Cassano Mister Fantasy; 3) Zambrotta è vecchio, meglio Cassetti, e confronti del genere. È scaduta la protesta per il "no Miccoli" e così io ritiro da questo momento la candidatura di Balotelli che ho annunciato per primo, riservandomi di convocarlo io, a testimone a fine Mondiale, per eventuali confronti. E dall'altra parte che fanno? Ricordo: Pozzo se ne sbatteva, poi vinceva; Fabbri s'infuriava e perdeva il controllo: a Londra '66 inseguì un inviato del Corsera gridandogli "simiotto" in perfetto bolognese. Valcareggi masticava amaro e rispondeva con sorrisi forzati e disarmanti; Bearzot s'irritava di brutto, mordeva la pipa, perdeva anche il lume degli occhi come quando mollò un ceffone a una tifosa maleducata; Vicini abbozzava, Sacchi diventava paonazzo, Cesare Maldini tartagliava, Zoff se la vedeva con Varriale. E Lippi? Lippi non fa una piega: appena ha mandato a quel paese i giornalisti ha vinto un Mondiale, è pronto a ripetersi, nel male come nel bene. Io gli ho detto: mi piacerebbe Balotelli azzurro, lui mi ha spiegato garbatamente «perchè no», ma non mi ha convinto. Agli altri va dicendo: «Non devo dare spiegazioni». Slogan di moda. Perchè hai lasciato a casa Cambiasso e Zanetti? - chiedono a Maradona; e lui. gonfiando il petto e minacciando gravi sanzioni: «Non devo dare spiegazioni».
E Dunga? Perchè lascia a casa Pato e Ronaldinho? «Non devo dare spiegazioni a nessuno», risponde con quell'aria stanca e assente..E Capello? Aspettate e il suo ingresso nell'arena delle polemiche sarà trionfale. E anche questo è catenaccio di scuola italica: marcare a uomo i critici e colpirli - se possibile - in contropiede. Già: il Mondiale "all'italiana" si vince in contropiede.
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