domenica 19 luglio 2020
Che direbbe Dario Fo se udisse intonare dai bambini del Coro delle Voci Bianche dell'ottocentesco Conservatorio di Musica "San Pietro a Majella" di Napoli la sua celebre canzone: "Ma che aspettate a batterci le mani?" In realtà, questo è avvenuto secondo un bel progetto proposto dal maestro Carlo Mormile e i bimbi che hanno aderito felici sono venti, reclutati fra studenti delle scuole elementari e delle prime classi delle medie. Il premio Nobel sarebbe stato molto contento di quella allegria gioviale che lo distingueva, poiché quei pargoli incarnano oggi più che mai la speranza di un ritorno alla vita serena e normale. Quella canzone, infatti, con la musica di Fiorenzo Carpi, era già duecento anni fa, nei paesi e nelle piazze d'Italia, un invito corale ad assistere ai concerti e agli spettacoli che avrebbero avuto luogo nelle ore serali nel cuore dei centri urbani. E così oggi i bambini del Conservatorio inneggiano insieme al ritorno a un'esistenza serena, fra la gente. Pure c'è un aspetto positivo, se possiamo dire così, nelle prove di canto corale "a distanza", spiega il maestro Mormile, e nella realizzazione del relativo video visibile a questo indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=9oSfvtF5YGE. E cioè che, accanto ai bambini si è ricostituìta l'unità familiare: i genitori si sono infatti trasformati nei loro cameramen.
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