martedì 16 aprile 2013
Sulla "sicumera", ostentazione di eccessiva sicurezza. Ieri mattina verso le nove a Radiotre, rete di Radiorai con tanti meriti "culturali", un baldanzoso e sentenzioso conduttore coglie la sua occasione per negarli tutti e, presentando tutto esultante da "Repubblica" del giorno (15/4, p. 48: «Preghiere laiche») un pezzo di Marco Vannini, afferma seccamente che ogni fede religiosa, in particolare quella cristiana e cattolica, è assolutamente e senza alcun dubbio incompatibile con la ragione, con la scienza in quanto tale, con la modernità, la dignità e la libertà dell'uomo. Ascoltandolo ti pare eccessivo, ma poi leggi "Repubblica" e trovi che a spingerlo a questo è anche il sommario redazionale: «L'elezione del Papa ha rinnovato, anche nei non credenti, l'interesse per la Chiesa. Ma…». Ma? «Ma una verità fondata sul credo non può essere riconosciuta dagli eredi dell'Illuminismo». Tesi secca, e "sicumera" totale. Domanda: «ma» è la verità a essere fondata sul Credo? E se fosse il contrario? Inoltre: sicuri che ciò che non può essere riconosciuto dagli eredi dell'Illuminismo è sbagliato, o anche «gli eredi» possono sbagliare? Per una "laicità" seria il dubbio, almeno doppio, sarebbe d'obbligo, ma non ne trovi traccia. E ti tocca ricordare che da decenni non senti un credente serio dire senza dubbio che tutti i non credenti sono o ingannati in buona fede o in malafede ingannatori dei loro simili. E già: la "sicumera" è come un "Gloria" rapinato al Cielo, e il "sicut erat in principio" attribuito alle proprie idee rende certi "non credenti" dei goffi imitatori della divinità abbassata al loro livello e trasferita in pagina integralista come niente altro: non avrai altra ragione all'infuori della mia! Un sorriso.
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