venerdì 6 novembre 2009
Fino a mercoledì si chiamava "mazzarrismo", poi, in omaggio allo Specialone, che gode di un seguito piu'
importante, ariecco il "mourinhismoÏ, un'altra qualità per l'Uomo - calcisticamente - Senza Qualità - .
Ne ha ben altre, e tutte riferite al costume e alla comunicazione, e cantate dai corifei e stigmatizzate dai tradizionalisti e moralisti che lui dice dediti a «prostituzione intellettuale». Il calcio produce neologismi - l'ho già scritto - quando un'azione speciale, insolita, si ripete più volte e clamorosamente. Svanita nel tempo - e con l'avvento del recupero - la mitica Zona Cesarini, molte partite vengono risolte - spesso drammaticamente - negli ultimi minuti, segnando, il più delle volte, sensazionali prove di carattere.
Ma c'è una differenza sostanziale fra il Napoli che recupera due gol alla Juve e poi la batte con un tre-a-due epocale, e l'Inter che rovescia il risultato di Kiev, raggiunge la Dinamo e in quattro minuti la condanna: il primo risultato prevede sì una nota di Sturm und Drang ma soprattutto una felice elaborazione tattica firmata Mazzarri; il secondo è una rassegna di Ritratti del Coraggio, come ha voluto precisare proprio Mourinho quando in realtà poteva aggiudicarsi il merito del successo con i giusti cambi e le giustissime sollecitazioni.
Il tecnico dell'Inter - che mi è parso sincero - ha ignorato i dettagli tattici del match e esaltato il calcio dal volto umano, la raccolta di una vittoria voluta da incontentabili pedatori di classe, Milito e Snejider, e dai compagni ai quali il pareggio non bastava perché in poche battute s'erano accorti del calo di tono degli avversari e dell'incertezza del portiere. Questa particolare partita - Dinamo Kiev-Inter 1-2 - l'avrebbe cantata il grande Gino Palumbo sulle pagine del vecchio "Corsera". Il tecnico del Napoli - lui pure sincerissimo e stravolto dalla gioia - ha esaltato il calcio «all'italiana» snocciolando, ancorchè eccitato e stressato, i dettagli tattici della splendida rimonta, precisandoli con termini gergali, disegnandoli con stereotipi manuali: la partita di Mazzarri - Juve-Napoli 2-3 - l'avrebbe strimpellata sui tasti della sua Lettera 22 il favoloso Giovannibrerafucarlo sul rivoluzionario "Giorno" di Italo Pietra. Io ho avuto la fortuna di essere lettore e amico del primo, allievo e commilitone del secondo, ereditandone le opposte passioni narrative, peraltro senz'arte.
E in una settimana mi son divertito alla grande, rinforzando in me la convinzione che il calcio è il gioco più bello del mondo. Quand'è italiano, poi...
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