sabato 5 maggio 2018
Mio padre mi racconta che ho visto la prima partita allo stadio a 6 mesi: era un Lazio-Juventus agli inizi del 1970. Condividere la passione per il calcio con un genitore e riuscire a tramandare la fede calcistica è una delle poche cose pure rimaste. Perciò, ogni 5 maggio, quello fatale nel 2002 per l'Inter di Massimo Moratti (scudetto sfumato all'Olimpico contro la Lazio) con tenera nostalgia mi viene in mente la "promessa" d'amore filiale che il comico Paolo Rossi fece a sua mamma. Otto anni dopo, il "tragico 5 maggio interista" era stato cancellato dal "triplete" di Mourinho. «Se dovesse capitarmi qualcosa e l'Inter dovesse vincere la Champions, ricordati di portarmi un ricordo di quella serata», aveva chiesto la mamma al suo Paolino prima di volare nel mondo dei più. E lui pur di mantenere la promessa riesce a ottenere la sciarpa da un tifoso di ritorno dalla finale di Madrid e la porta alla mamma, al cimitero di Lambrate. «Comprai delle margherite e la sciarpa la nascosi dietro ai fiori, non mi sembrava opportuno entrare in quel luogo come allo stadio», racconta Paolo Rossi che vinse l'imbarazzo quando vide «un signore che stava piantando una bandiera dell'Inter di fronte a una tomba e poi una Coppa dei Campioni gonfiabile attaccata all'ala di un angelo di un monumento funebre». Potrà apparire dissacrante ma la promessa a quella mamma interista andava assolutamente mantenuta.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI