martedì 19 maggio 2015
Appena l'ha vista, ha iniziato a correre. E non si è fermato fin quando non è finito tra le sue braccia. Il reincontro tra Adou, 8 anni, e la madre, Lucille, è avvenuto nella serata di ieri, dopo cinque lunghi giorni, in cui il piccolo è rimasto nel centro minori di Ceuta. Là l'avevano portato le autorità, giovedì, dopo averlo “scovato” in una valigia, alla frontiera tra il Marocco e l'enclave spagnola. Il padre, Ali Ouattara, ha detto di essere dovuto ricorrere all'espediente perché gli era stato negato il ricongiungimento familiare. L'uomo, originario della Costa d'Avorio, risiede regolarmente a Puerto del Rosario, nell'isola di Fuerteventura, da 7 anni. Con immani sforzi, Ali è riuscito a portare con sé prima la moglie Lucille, poi la figlia 11enne. Da tre anni, gli Ouattara cercavano disperatamente di far arrivare in Spagna anche Adou. Ma, per 80 euro, non raggiungevano il reddito mensile minimo necessario per ottenere il permesso. «Adou soffre di malaria cronica. Stava peggiorando. Non potevamo aspettare ancora», ha raccontato Lucille. La donna ha detto di non conoscere i dettagli del piano del marito, al momento chiuso nel carcere di Los Rosales, a Ceuta. «Di una cosa sono certa: non è un criminale. Solo un padre disperato». Almeno per Adou, però, la situazione sta per risolversi: nel giro di 15 o 20 giorni – il tempo necessario per verificare i documenti –, il piccolo riceverà il permesso di residenza e potrà restare in Spagna. Finalmente insieme alla madre.
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