venerdì 5 giugno 2009
Sarà colpa del centenario " 1909-2009 " ma l'epopea darwiniana pare un rito di massa e cervelli famosi esaltano «il mio Darwin». È di tutti! Martedì sul "Corsera" due pagine di peana entusiasta. «L'origine della specie? Emozionante come un albo alla Tex»: questo il titolo per Giulio Giorello, un palato di solito difficile. Elogi e persino poesie. Degne dei versi carducciani, un vero «Idillio darwiniano»: «Meglio è stato seguir te, mio grande Charles!» Grande scienziato? Sì. Maestro assoluto? Con riserva. Qui (23/5) ho ricordato alcune derive del suo pensiero, inclusi razzismo ed eugenetica, e qualche lettore ha chiesto le citazioni. Qui solo due da "L'origine dell'uomo" (Editori Riuniti, 1983): «Fra i selvaggi i deboli di mente e di corpo vengono presto eliminati, e quelli che sopravvivono godono di un ottimo stato di salute" Invece noi uomini civili" costruiamo ricoveri per gli incapaci, per gli storpi e per i malati, facciamo leggi per i poveri" Così i membri deboli della società civile si riproducono. Chiunque sia interessato all'allevamento di animali domestici non dubiterà che questo sia molto dannoso alla razza umana" Dobbiamo perciò sopportare gli effetti indubbiamente deleteri della sopravvivenza dei deboli e della propagazione della loro stirpe» (pp. 176 - 177). «L'uomo potrebbe mediante la selezione fare qualcosa non solo per la costituzione somatica dei suoi figli, ma anche per le loro qualità intellettuali e morali. I due sessi dovrebbero star lontani dal matrimonio, quando sono deboli di mente e di corpo"» (p. 256). «Emozionante come un albo alla Tex»? Attenti alla pistola!
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