martedì 2 giugno 2020
Il Coronavirus ha risvegliato figure umane perdute nel tempo da non confondersi con modelli contemporanei detti maghi, operosi con i creduloni nei giorni del benessere. L'età del malessere ha prodotto àuguri e aruspici che nell'antichità osservavano il volo degli uccelli - i primi - o esaminavano l - i secondi - le viscere delle vittime (animali) dei sacrifici per conoscere il futuro e identificarne la natura. Oggi essi tentano di illuminare le menti confuse dagli scienziati del nulla, aggressivi quanto contraddittori. Aruspici e àuguri si sono impegnati anche sul fronte invero meschino dell'attività pallonara e per mesi hanno cercato di cogliere segnali certi per l'invocata ripresa dei giochi. Attivi soprattutto gli àuguri malauguranti, comunemente detti gufi, che contraddicono tuttora i festaioli liberati da Spadafora e Gravina all'insegna del macabro «finché c'è morte c'è speranza», visto che la pandemia, annunciata sparita, risulta ancora attiva. Questo incipit insolito è dedicato a quelli che, come me, hanno goduto degli effetti positivi del calcio come semplice e naturale fonte di diletto. Ai tanti che continuano a chiedermi se il campionato comincerà davvero, sto dando da ieri una risposta positiva suggerita non dal volo degli uccelli ma dalle notizie del calciomercato mai così significative. Il «si giocherà» è annunciato dal definitivo trasferimento di Maurito Icardi dall'Inter al Paris Saint Germain, anche se la forza (a volte buffa) del destino fa coincidere l'evento con l'azzeramento del campionato francese. Molti hanno attribuito la qualifica di genio al presidente Macron per la coraggiosa decisione di abolirne il finale, per me si è trattato invece di una botta di paura della quale pentirsi; e infatti l'autorevole Èquipe, presa nota delle ripartenze annunciate dei campionati tedesco, spagnolo, italiano e inglese, si è chiesto disperato «chi siamo noi?». Censurata la risposta. Qualcuno ricorderà che a suo tempo mi schierai apertamente a favore di Icardi contro tutti coloro che lo avevano designato capro espiatorio degli errori dell'Inter pur se erano evidenti quelli dello staff, e mi incoraggiava il fatto che la pensasse come me anche Massimo Moratti che ha sempre definito il bomber argentino «un bravo ragazzo». Difesi anche a spada tratta, come un antico cavaliere, Donna Wanda Nara accusata di essere la colpevole inzufatrice del consorte, in realtà disturbatrice - con la sua non comune bellezza - di un mondo perennemente maschilista. Ieri ho molto apprezzato la lettura dell'ultimo Sconcerti che ha messo piede e penna nel campionato che va a ricominciare con un lodevole ritratto della coppia ripudiata dall'Inter: bravissimo lui con una rassegna impressionante dei gol realizzati, e come; bravissima lei non come vamp televisiva ma come procuratore del marito per il quale ha fatto sborsare all'emiro del Qatar 50 milioni all'Inter, più a Maurito un ingaggio di 10 milioni annuo, pari a 20 miliardi delle vecchie lire che da vecchio cronista ancora rimpiango. La dolorosa storia dovrebb'essere finita e il ritorno del sereno a Casa Inter garantito, ma àuguri e aruspici mi riempiono - gratis - di sensazioni negative. Perché se Macron non si pente Maurito seguirà il campionato non solo da osservatore ma addirittura da commentatore - mi dicono da Parigi - e sarà bene che l'Inter giochi subito bene le sue carte per non dover incassare le sue maligne critiche o, peggio ancora, il voltafaccia dei tifosi. Non basterebbero, a Marotta i complimenti di mister Steven Zhang.
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