domenica 28 maggio 2017
Vent'anni di servizio in Africa non si scordano facilmente e non può bastare un evento tragico a distruggere le cose belle costruite nel tempo. L'associazione volontari Gighessa, che riunisce vari medici mantovani, è stata a lungo un riferimento in Etiopia, nel territorio della missione gestita in passato dalla diocesi. Là si recavano periodicamente specialisti, anestesisti, infermieri e fisioterapisti per offrire ai bambini africani cure che altrimenti non avrebbero potuto avere. Fino al 18 febbraio 2016, quando un assalto di massa ha distrutto la clinica in cui operavano. Un progetto naufragato nel peggiore dei modi.
Tuttavia, lo spirito di solidarietà che anima la Onlus non si è spento. I medici mantovani sono ritornati in prima linea, anche se hanno dovuto abbandonare la struttura precedente a Gighessa, ancora oggi ridotta a macerie. I loro sforzi si sono spostati a Emidibir, a circa 200 chilometri, dove sono già attive due strutture: l'ospedale di Attat e il convalescenziario di Wolkite. L'associazione utilizzerà entrambe, con l'intenzione di completarle e migliorarle. Ad Attat, per esempio, vanno sistemate la sala operatoria e le due stanze di degenza da dieci posti letto in totale. Wolkite, invece, diventerà il centro di rieducazione post-operatoria: una struttura per 34 persone provvista di mensa, sale di medicazione e alloggi. Il progetto è già stato finanziato per 60mila euro, ma ne servono altri 30mila. L'obiettivo è rendere la struttura operativa per il prossimo autunno.
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