lunedì 16 settembre 2002
 
Gli «errori storici» del comunismo (in una non esauriente sintesi: 100 milioni di morti in 70 anni) sono «sicuramente meno protratti e sanguinari di quelli commessi dalla chiesa in duemila anni di onorata esistenza». Così un fondo del "Manifesto" (martedì 10) a commento del film Leone d"oro a Venezia. Per capire le vere intenzioni delle pellicole di questo genere bisogna leggere non gli articoli critici, ma quelli laudativi. L"autore del fondo, Gianni Rossi Barilli, scrive più o meno le stesse cose dette dal regista, Peter Mullan, e riportate dal "Corriere della sera" (lunedì 9): «Facendo il film ci siamo resi conto che non c"era differenza tra la Chiesa cattolica e i talebani». Il che vale anche per il futuro: «La Chiesa dovrebbe riconsiderare quello che ha fatto nel XX secolo e quello che farà nel XXI». Lo stesso giorno l""Unità" titolava: «Il Leone sfida il Vaticano». Dunque quel film è ideologico e non di denuncia, vuole giudicare non la storia del convento delle "Magdalene sisters", ma quella di tutta la Chiesa. Naturalmente i superstiti del comunismo ci vanno a nozze. E guai, scrive il "Manifesto", ai «portavoce di quella cattolicità che non porge l"altra guancia», e anche a quei «dirigenti del Pci che hanno recitato negli ultimi anni interi rosari di mea culpa». Ma quando mai?Chi pensate che siano i veri talebani delle parti nostre?
Monaci esplosivi«Terroristi monaci del nostro tempo»: questo è il titolo che "La Stampa" dà (mercoledì 11) a una pagina in cui Fiamma Nirenstein presenta una sua lettura del terrorismo: «Più che un"arma è un universo ideologico e pratico ["] un movimento universale di valori».Un lettore del "Tempo" lamenta (martedì 10) che «anche il ballo può essere preghiera» e dice che «l"hanno stabilito ad Assisi ["] illustri prelati che si sono rifatti alla tradizione biblica». Nantas Salvalaggio, che risponde a queste lettere, commenta: «Anche la Chiesa si adegua, corre coi tempi».Ancora sul "Manifesto" (mercoledì 11) un"attrice inglese, Katrin Cartlidge, morta due giorni prima è presentata come «La donna a prova di dogma» solo perché ha lavorato anche con un regista «fondatore di Dogma», che non si sa che cosa sia.Non vi viene il dubbio che tanta gente scriva senza conoscere il senso delle parole che usa? Il «monaco» uno che uccide, il «ballo» confuso con la danza, i «tempi» al di fuori del tempo, e il «dogma» qualsiasi cosa.
La Signora AvvertitaSempre sul "Manifesto" (domenica 8) la "teologa" Adriana Zarri si autocolloca tra «i cristiani più avvertiti». Tali sarebbero quelli che giudicano «un fatto molto grave» l"indulgenza plenaria di cui il Papa ha arricchito la nuova Giornata della divina Misericordia. Oltre che "teologa", la signora sarà pure «avvertita», ma per coerenza dovrebbe rifiutare anche il sacramento della Riconciliazione. Oppure bisogna avvertirla che 2000 anni fa Gesù affidò agli Apostoli il potere di sciogliere e di legare?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: