I trattori nel pantano della crisi
sabato 26 giugno 2010
La crisi per le macchine agricole non è finita, anzi, se possibile, peggiora. Proprio nel momento in cui Confindustria spiega che probabilmente l'Italia dalla recessione è uscita, uno dei comparti più importanti della produzione industriale nazionale " quello delle macchine agricole in generale " fa rilevare numeri di segno pesantemente negativo. Non è probabilmente una contraddizione, ma si tratta pur sempre del segnale che la situazione è più complessa di quanto si pensi, soprattutto se si guarda al settore agroalimentare e a quello del cosiddetto "movimento terra".
Stando all'Unacoma (l'unione di categoria delle imprese attive nel settore della meccanizzazione agricola), il 2009 si è chiuso con un risultato pesante e il 2010 non è migliore. Nei primi mesi di quest'anno, infatti, il mercato ha fatto registrare ancora un netto passivo per tutte le tipologie di macchine. L' industria italiana della meccanizzazione, ha realizzato nel 2009 una produzione di poco superiore ad 1,12 milioni di tonnellate (-34% rispetto al 2008), per un valore di 8,33 miliardi di euro (-33,5%). In particolare, le trattrici hanno segnato, in termini di unità, un passivo del 36%, le macchine agricole operatrici un passivo in peso del 18,5%, le macchine per il movimento terra un calo in peso del 53,7%. Molto negativo anche il dato sulle esportazioni, che hanno chiuso l'anno con un calo complessivo in valore del 36,2%, in relazione ad un fatturato che si è fermato a 4,74 miliardi di euro. Tutto male, dunque. E ancora peggio potrebbe essere quest'anno. «La ripresa della produzione stenta anche nella prima parte del 2010 " spiegano all'Unacoma ", a causa di un mercato sia interno che estero ancora in fase negativa». Nei primi cinque mesi le immatricolazioni in Italia hanno segnato un calo del 16,1% per le trattrici e del 10,8% per le mietitrebbiatrici, mentre il mercato delle macchine per il movimento terra segna, nel primo trimestre, una flessione del 16,9%. Scenario non positivo anche per il mercato europeo. I dati del riferiti al primo trimestre dell'anno (del Comitato dei costruttori europei Cema), parlano di una flessione del 21,8% rispetto allo stesso periodo 2009, con andamenti particolarmente negativi in Paesi come la Francia (-27,8%), la Germania (-25,9%) e il Regno Unito (-14,4%).
Insomma, per un comparto che dà lavoro a circa 100mila persone
la recessione, la crisi, le difficoltà non sembrano certo terminate. Addirittura, il vertice dell'Unacoma ha già sottolineato che «l'industria italiana della meccanizzazione dovrà faticare non poco per difendere quella posizione d' eccellenza conquistata a livello internazionale». Soprattutto perché le prospettive non appaiono incoraggianti. Se le macchine per il movimento terra potrebbero avviarsi ad un lento recupero, per quelle agricole tutto dipenderà dalla nuova Politica agricola comune ma anche dalla crescita di comparti particolari come quello dei biocombustibili e dai mercati internazionali.
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