giovedì 19 giugno 2014
Sarà anche una città morta, avrà anche qualche problemino, ma l'antica Pompei riserva sempre novità. Come le ultime scoperte emerse dalla lava e dagli studi dei ricercatori dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, coordinati dall'archeologo Mario Grimaldi e da Umberto Pappalardo, direttore del "Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani Amedeo Maiuri" del Suor Orsola. L'esistenza di un santuario extraurbano, di origine osca, ubicabile in prossimità del vicus pubblicus esistente e collegato al tratto occidentale delle mura della città, e la presenza di una Porta Occidentalis (posterula) di accesso alla città, in asse con la via di Nola e Porta di Nola, probabilmente costruite tra III e II secolo a.C., non sono più ipotesi degli studiosi bensì testimonianze archeologiche accertate. Le attività d'indagine archeologica con scavi stratigrafici sono partite nel 2004 nell'area del giardino della Casa di Marco Fabio Rufo, con l'obiettivo di documentare e studiare quest'area del tratto occidentale di Pompei negli aspetti urbanistici, architettonici, decorativi e sociali. Illustri storici ne avevano infatti da tempo intuito l'importanza. Gli studi e le ricerche condotte sinora aggiungono un altro tassello alla storia di questa parte di città e avviano un processo graduale che mira al restauro, alla valorizzazione e soprattutto alla successiva fruizione della Domus di Marco Fabio Rufo e di un tratto delle mura, rendendole per la prima volta aperte al pubblico.
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