martedì 29 aprile 2014
Ancora sui “Santi”. Per Vito Mancuso (“Repubblica”, 24/4, p. 1) «tra le religioni monoteiste solo il cristianesimo conosce il fenomeno della santità», e la consuetudine delle canonizzazioni avrebbe una base fatta di potere e utilità tutta terrena. Certo in duemila anni ci furono cose del genere, ed è vero che nella Bibbia solo Dio è Santo, ma anche nell'Ebraismo c'è una “santità” dell'uomo: «Voi siate santi, perché Io sono santo!» (Lev. 19, 1-19). È il celebre “Codice di Santità”, in sostanza riepilogo delle “Dieci Parole”, i nostri Comandamenti. E anche noi nella liturgia diciamo «Tu solo il Santo», e ripetiamo «Santo, Santo, Santo, il Signore!». Ma Gesù stesso ha detto ai suoi «siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei Cieli» (Mt, 5 48), e già san Paolo scrive una lettera «a quanti sono in Roma, diletti da Dio, e santi per vocazione» (Rom. 1, 7). Non è trovata di Papi medievali o nostalgia odierna di potere da recuperare! Giusto quindi, caro Mancuso, parlare di «santità» anche per creature umane, pur sempre con i loro difetti, ma indicate come testimoni di un amore che come tale viene da Dio in Cristo. E perché dividerci in polemiche anche quando si può gioire insieme, come in questi giorni?
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