sabato 5 marzo 2016
Imparare l'italiano passando direttamente dai barconi all'università. È quello che è successo, dal 2012 a oggi, a 400 minori non accompagnati ospitati nelle strutture della Sicilia. I ragazzi, per lo più maschi fra i 16 e i 18 anni, frequentano il corso insieme agli studenti Erasmus dell'ateneo. Accade alla Scuola di Lingua italiana dell'Università di Palermo, ospitata nell'ex convento di Sant'Antonino.«Sono classi a velocità differenti - spiega la direttrice Mari D'Agostino - anche perché il 30-40% dei minori sbarcati è analfabeta pure nella lingua madre, mai andati a scuola nel loro paese». Negli ultimi due anni gli analfabeti sono in crescita, così come il numero dei ragazzi che approdano in Italia senza genitori: 13.026 nel 2014 e 12.360 l'anno scorso, l'8% di tutti gli sbarchi. Sono soprattutto eritrei, egiziani, gambiani, somali e nigeriani. Chi frequenta la Scuola viene seguito anche da tutor: «Studenti universitari, di pochi anni più grandi, affiancano due o tre ragazzi ciascuno nei primi mesi di permanenza. Come fratelli o sorelle maggiori». Per gli studenti di Mediazione linguistica vale come tirocinio, per gli altri è una forma di volontariato.Le giornate dei minori cambiano aspetto: lezioni d'italiano al mattino, partite di calcio, immersione nella città al pomeriggio. «Spesso – spiega la docente – si fermano in Sicilia per un breve tempo, poi proseguono verso Nord lasciando autonomamente le strutture, oppure perché trasferiti in altre comunità. Ma questi primi mesi sono decisivi per ragazzi che arrivano da traumi e viaggi pericolosi: avere accanto coetanei "amici" fa la differenza».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI