sabato 16 novembre 2002
Amo poco i proverbi" Sono selle buone per i cavalli; non ce n'è uno che non abbia il suo contrario, e qualunque condotta si tenga, se ne trova sempre uno per appoggiarvisi. Qualche tempo fa in un'edicola di un aeroporto francese avevo trovato un tascabile contenente un'antologia dei proverbi più famosi della tradizione ebraica mitteleuropea. In apertura c'era la frase che ho sopra tradotta e che era attribuita allo scrittore francese Alfred de Musset (1810-1857) e alla sua opera Emmeline che non conosco. È curioso notare che questa sua osservazione è talmente vera che nel libro biblico dei Proverbi ci imbattiamo in questi due consigli del tutto antitetici eppure appaiati tra loro e paradossalmente entrambi validi: «Non rispondere allo stupido secondo la sua stupidità per non diventare anche tu simile a lui. Rispondi allo stupido secondo la sua stupidità perché egli non si creda sapiente» (26, 4-5). Effettivamente c'è una sapienza popolare sana e necessaria, ma c'è pure una saggezza solo apparente che è fatta di luoghi comuni, di perbenismo, di comodità o pigrizia mentale e morale. Le contraddizioni tuttavia che vi ritroviamo sono segno che la sapienza riflette la realtà: essa non è facilmente riducibile solo a bianco e nero, non è relegabile in uno stampo prefissato né sottoponibile a un giudizio troppo esclusivo. Per questo, senza cadere nel relativismo, si deve essere comprensivi e duttili, rigorosi ma non rigidi, consapevoli che la realtà è complessa e la vita ardua.
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