mercoledì 29 luglio 2015
La storia dell'umanità ha lasciato tracce visibili a Foresta, frazione di Tora e Piccilli, piccolo comune dell'Alto Casertano arroccato sulle pendici del vulcano ormai spento di Roccamonfina. 350.000 anni fa un gruppo di ominidi bipedi camminarono qui e le loro impronte, fossili, sono tra le più antiche del mondo, le prime riferibili ad esemplari del genere Homo in Europa, seconde al mondo dopo quelle rinvenute di recente a Ileret in Kenya e risalenti a 1,5 milioni di anni fa. Le orme visibili a Foresta sono di ominidi appartenenti alla specie Homo heidelbergensis progenitore dell'Homo di Neanderthal. Secondo un'antica leggenda locale, il diavolo, cercando di abbeverarsi alla vicina fonte, lasciò le sue orme sulla lava. Un modo per spiegare – nei secoli addietro – i segni emersi dal terreno a causa delle abbondanti piogge. Poste nel mezzo di un'antica strada mulattiera che conduceva al mulino del paese, le orme suscitavano l'attenzione degli abitanti, che le ritenevano opera del demonio; di qui il nome "Ciampate del diavolo" (impronte del demonio, nel dialetto locale) che è rimasto e che ora indica il sito paleontologico inaugurato nel 2007. Da quando nel 2001 le orme sono diventate oggetto di uno studio scientifico e approfondito, i lavori di pulizia hanno portato alla luce altre impronte, umane ed anche animali. In totale, oggi se ne contano oltre 100 e sono 7 le piste fossili, antichi percorsi calpestati ripetutamente dall'uomo agli albori della sua comparsa sulla Terra.
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