I nuovi scenari: oltre ai cibi contraffatti le «fake news» invadono l'alimentare
domenica 7 maggio 2017
Milioni di euro e alti rischi per la salute. L'impronta dei "falsi" e delle cosiddette fake news si è incisa anche nell'agroalimentare. Anzi, si guarda a quanto accade nel mondo virtuale di Internet, proprio dall'alimentare sono nati alcuni dei fenomeni più clamorosi di false notizie sulle caratteristiche dei prodotti che in qualche modo hanno poi condizionato gli acquisti. False notizie e falsi prodotti vanno a braccetto.
A mettere in fila una serie di informazioni aggiornate è stato un primo bilancio dei sequestri svolti dal servizio di repressione frodi del ministero delle Politiche agricole. Nel primo quadrimestre del 2017 sono stati sequestrati prodotti alimentari per un valore di oltre 59,3 milioni di euro, mentre nell'analogo periodo dello scorso anno il valore era stato di 3,29 milioni. Accanto a tutto questo, c'è poi il dilagare proprio delle false notizie. Che desta allarme ma al quale non pare si riesca a porre freni.
Tre italiani su quattro (66%) sono preoccupati dell'impatto di quello che mangiano sulla salute anche per effetto delle fake news sulle caratteristiche dei cibi che si moltiplicano in rete e spingono a comportamenti insensati e anche pericolosi. In questo caso le indicazioni arrivano dall'indagine Coldiretti/Ixé presentata in occasione della campagna #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare nell'ambito del corso di formazione, organizzato in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura. La sintesi è semplice: il web «si configura sempre più come porto franco delle bufale alimentari con un preoccupante effetto valanga». Una situazione grave anche perché il 53% degli italiani pare abbia utilizzato proprio Internet «almeno qualche volta durante l'anno» per raccogliere informazioni sulla qualità dei prodotti alimentari.
È l'apoteosi dei blogger che si improvvisano esperti di tutto, delle community che danno più certezze della scienza, degli sconti al massimo ribasso che attirano consumatori in massa. Certo, non tutto ciò che si ritrova nella rete può essere equiparato alla spazzatura. Ma certamente, e soprattutto in campo alimentare, spesso il confine fra scienza e fantascienza è davvero labile. Con effetti economici che, appunto, valgono milioni (forse miliardi) di euro. Ha ragione certamente chi – come il Presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – dice che «Internet però non va criminalizzato perché può svolgere un ruolo di controllo importante». L'attenzione comunque deve essere alta, di mezzo spesso non ci sono solo false notizie ma anche falsi prodotti italiani con tutti i danni economici (e di salute) che ne possono conseguire.
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