domenica 3 dicembre 2017
«Ordine dal Parlamento: "Arrendetevi ai rom"»: è il titolo con cui Il Tempo si presentava ai lettori l'altro venerdì. E su Libero: «C'è un modo per respingere gli immigrati. Impariamo da Israele a scacciare gli africani». E domenica scorsa sempre Libero presentava ai lettori un bel carico di razzismo, che era preannunciato dal seguente "titolo conclusivo": «Bisogna sparare, ormai la legge protegge solo chi ti deruba».
La settimana di Libero si è poi conclusa domenica 26 con un altro aspetto del suo piuttosto scarso amore per il prossimo: in un'intera allarmata pagina annunciava: «Dal presepe cattolico via Gesù, dentro i profughi» documentando l'articolo con la fotografia di «un "volantone"» (un grande volantino) in cui «Cl [Comunione e Liberazione] sostituisce la Sacra Famiglia con i migranti» e questo «è il segno di una Chiesa che, sedotta dall'ideologia, ha dimenticato Cristo». Poiché tutti i cristiani conoscono o dovrebbero conoscere bene tutto ciò, è opportuno opinare che in ogni famiglia migrante è presente la povertà in cui i cristiani vedono la Sacra Famiglia alla vana ricerca di una casa, ma che finisce in una stalla, o Gesù che non ha dove posare il capo o i poveri che saranno beati o la presenza di Gesù che è proprio nei poveri, come papa Francesco ricorda quasi ogni giorno.
Sennonché volantone e commenti sono apparsi proprio domenica 26, che per la Chiesa è festa e celebrazione di Cristo Re dell'Universo: poco cortese, ma nel volantone non c'è traccia di immigrati. C'è, invece, una bella citazione di don Luigi Giussani in cui è detto che «La nostra speranza è in Cristo, in quella Presenza che, per quanto distratti e smemorati non riusciamo più a togliere dalla terra del nostro cuore...». Dov'è, allora, la "Chiesa sedotta"? E se i migranti fossero al posto della Sacra Famiglia della stalla, non sarebbero forse al loro posto? I migranti sono i poveri, coloro che con il Cristo condivideranno il Regno dei Cieli. Ahimè, povera verità
maltrattata...

SITUAZIONI
Ancora Libero: sulla sua prima pagina dominava (giovedì 30) una foto di Matteo Salvini seduto a occhi chiusi e dormiente su una poltroncina di una platea. Sotto la foto e senza segni di divisione, si leggeva quella che sembrava la didascalia: «Condannato a vent'anni, si uccide in aula, beve il veleno in tribunale» (era un richiamo per il suicidio dell'ex generale croato Slobodan Praljak).
I quotidiani hanno annunciato l'elezione di Alioune Diouf, un bel giovanotto di origine africana (è nato nel Senegal, diciotto anni e quasi due metri di altezza) a Mister Friuli-Venezia Giulia. La gara era "di bellezza" e quasi tutti – buon segno – hanno applaudito senza fare storie di colori e di pelli. Buon segno e, in qualche modo, uno "ius soli" automatico. Solo Libero ha commentato: «Non possiamo che rosicare».
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