martedì 29 novembre 2016
La strepitosa caduta della Juventus a Marassi ha ridato voce a quelli che...il calcio è una gran fatica, non si può giocare il martedí in Coppa e la domenica in campionato, bisogna prendere rinforzi a gennaio sennò così si perde tutto... Dice: bisogna rispettare le opinioni degli altri. Giusto. Ma il calcio non è un'opinione: è un gioco euclideo con le sue regole e la sua storia che - se conosciute - diventano competenza. Il gioco - lo dice la parola - non può essere depressivo ma divertente; la storia racconta che Milan e Inter, le squadre italiane che hanno vinto la Coppa dei Campioni quando non ospitava secondi, terzi e quarti, avevano “rose” di quindici uomini (e preciso uomini, non solo pedatori) e formazioni che si mandavano a memoria e vincevano, perdevano, si affaticavano ma ricominciavano. Se ben ricordo, fu proprio la Juve campione d'Italia del '67, cinquant'anni fa, a dotarsi di un calciatore extra, lo svedese Roger Magnusson che per ragioni regolamentari poteva giocare solo in Coppa: disputò sei partite, segnò due gol, quando fu licenziato non sollecitò rimpianti; ma trasferito all'Olympique di Marsiglia, dove giocò con continuità, vinse due campionati, due coppe di Francia ed esibì qualità impreviste, conquistando il soprannome di “Garrincha d'Europa”. E non vi annoio con la storia di tale Chang, detto il Pele' della Cina, che veniva utilizzato solo in Nazionale e sparì presto dalla scena destinato all'oblío. Quella della Juve, in realtà, è solo una sconfitta che la rende più umana e offre generosamente speranze alla Roma, al Napoli, al Milan, alla Lazio, all'Atalanta (e anche ai media affranti dal soliloquio bianconero) facendo immaginare che lo scudetto possa toccare anche ad altri, con immaginabile disappunto di Andrea Agnelli che vuole ardentemente lo scudetto consecutivo numero sei, forse anche perché il 6 e' un numero magico, il numero del Destino che rappresenta - leggo - il perfetto equilibrio e l'amore assoluto, armonia e bellezza. E Torino - non dimentichiamo - è a sua volta città magica, capitale dell'occulto insieme a Praga e Lione. Olè. Esoterismo a parte - lasciate che mi diverta: qui si gioca - la caduta di Genova ha spiegazioni assolutamente logiche: fuori Barzagli e Chiellini, fuori fase Bonucci, la Signora ha esibito grande debolezza difensiva (varrà, ahinoi, anche per la Nazionale) senza peraltro aver risolto i problemi del centrocampo e avendo aggravato quelli dell'attacco. Sembrerà ch'io ce l'abbia con Allegri, che invece stimo assai, ma lasciare in panchina Higuaìn è delittuoso. Forse non gli piaceva, forse gliel'hanno preso immaginandolo una fabbrica di gol anche a Torino o hanno solo pensato di arricchire il Napoli di milioni e impoverirlo di gioco, com'e' puntualmente successo. Ma sono convinto che il Pipita (di bronzo, oggi) dovrebbe giocare, non offendere il buon senso: novanta milioni in banca da una parte e in panca dall'altra non sono sopportabili neppure nel malridotto
calcio italiano.
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