venerdì 2 giugno 2017
Sono isolati tra le montagne, per non aver rapporto alcuno col mondo che un domani dovranno guidare tenendone in mano potere e ricchezze, quei pochi Figli della notte. Che sono i figli dei potenti, appunto. I genitori li spediscono in quel collegio silenzioso e spettrale vuoi per disfarsi di una responsabilità, vuoi perché sia assicurata una educazione che li costringa all'obbedienza per essere sicuri, un domani, d'essere obbediti, senza farsi scrupoli e avendo assimilato uno spirito competitivo capace di cancellare parvenze d'umanità. L'opera prima di Andrea De Sica – figlio del compianto Manuel, compositore, e nipote del grande Vittorio – dimostra una personalissima solidità dell'impianto narrativo e della cura visiva. Segue le sorti, che saranno poi sorprendentemente opposte, di Giulio e Edoardo, che tra oscuri presagi e opprimenti controlli delle vite e dei giorni – come lo sono le fughe notturne che conducono pochi prescelti ad una squallida educazione sessuale – ignorano come anche la ribellione sia appositamente regolata da quel sistema educativo che forgia adulti senza cuore. Piuttosto perverso, pauroso. Ma a vedere come funziona e viene governato gran parte del nostro pianeta, c'è da temere che una scuola così esista davvero. (L.Pell.)
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