sabato 23 gennaio 2010
Sempre indietro? In pagina ogni volta sembra di ricominciare da zero. Perciò dopo Haiti tornano le eterne domande sull'origine del male e Augias, su "Repubblica", ci monta due volte il sermone laico: 19/1, «Perché Dio ha permesso la tragedia di Haiti?», 21/1, «Le sofferenze dell'uomo e lo sguardo di Dio». Lui cita l'immancabile Voltaire sul terremoto di Lisbona (1755), la Shoah, la domanda di Jonas, il libro di Giobbe e via interrogando. E allora? Allora stesso 21/1, qui su "Avvenire" (p. 31) perfetto il filosofo Salvatore Natoli: «La Chiesa faccia risuonare Cristo nella società!» È il punto vero. Quando capiranno, certi laici nostrani, che noi cristiani non crediamo in un dio qualunque, quello detto «dei filosofi»? Senza Gesù, per noi cristiani il cielo è vuoto. È Vangelo! «Dio non lo ha visto mai nessuno: il Figlio unigenito ce lo ha rivelato» (Gv 1,18). Con essenziale completamento: «Dio non lo ha visto mai nessuno: se ci amiamo tra noi Egli abita in noi"» (1Gv 4,12). Solo questa è la nostra fede. In essa il dolore di Cristo non spiega razionalmente, ma offre la realtà del superamento dell'ostacolo presentato da ogni dolore, e ciò senza rappresentare una alienazione che esenta dal dovere di conoscere il mondo e di lottare contro il dolore stesso e contro la morte, con tutti i mezzi di conoscenza e potere. Senza Gesù di Nazaret la storia è solo un enigmatico mattatoio. Per questo crediamo in Dio, nel Dio che ci si è fatto conoscere e donato in Gesù, e ci si offre in ogni fratello da amare e accompagnare, anche perdonando senza fine. Qui è Rodi, per noi: qui chi vuole deve saltare!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI