mercoledì 6 giugno 2018
«La superstizione? Non è vero, ma ci credo», così parlò il filosofo Benedetto Croce che, da napoletano, d'adozione, ne aveva sentite tante su amuleti, elisir d'amore o di lunga vita. E la concezione crociana è la stessa che a Lisbona custodiscono i tifosi del Benfica. Specie quelli più anziani, "terrorizzati" dalla terribile maledizione di Bela Guttmann. Il tecnico ungherese, che all'inizio degli scoppiettanti anni Sessanta per due volte di fila portò il Benfica sul tetto d'Europa, per di più dando lezioni di calcio con la sua pantera nera Eusebio alle due regine di Spagna: il Barcellona di Suarez e il Real Madrid di Di Stefano. Successi che ne fecero il "mago di Lisbona". Un mago buono e generoso, fino al giorno in cui chiese e non ottenne un aumento d'ingaggio. Lo tacciarono di essere «un ebreo». Vero, quello era il suo credo religioso, per il quale aveva anche perso un fratello, deportato e ucciso in un campo di concentramento nazista. Volarono gli stracci dopo il «no» del Benfica, e il furioso Bela, ancora fresco campione d'Europa del 1962, sbattè la porta e lanciò la sua famelica profezia: «Il Benfica non vincerà più una Coppa internazionale per i prossimi cento anni». Da allora il nobile club lusitano ha perso dieci finali internazionali su nove. L'anatema potrebbe estinguersi non prima del 2062. Non sarà vero, ma tanti, specie a Lisbona, cominciano a crederci.
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