sabato 6 aprile 2019
Acutezze lontane, ma vicine, e vanità vicine, ma lontane... Sul "Fatto" (1/4 p. 13) Fabrizio D'Esposito, tra l'altro, annota in modo acuto: «A Verona è proseguita la Culture War contro il pontificato di Bergoglio». C'è chi fa guerra al Papa con pretesa di farla in nome della fede: che tristezza! Tristi anche le pagine: sul pane per i poveri «calpestato in odio alla prossimità»! Qui è già stato ricordato più volte: per antica tradizione cristiana e cattolica il pane – una delle tre realtà di un Cielo che si è "abbassato" sulla nostra terra: Parola, Pane eucaristico, Prossimo – non si butta mai! E veniamo alle vanità apparentemente "vicine". In rete, sito cattolicissimo (4/4), paginate che informano su argomento capitale: «Cosa è un Monsignore nella Chiesa Cattolica». Risposta: «titolo onorifico più raro che in passato, e denota uno status clericale onorario speciale». Poi spiegazioni rassicuranti e citazioni di "Catholic Encyclopedia": i «monsignori» sono «appartenenti per così dire alla famiglia e al seguito del Santo Padre». Con supplemento: «All'inizio del suo pontificato, però, papa Francesco ha cambiato i requisiti per il titolo onorario di "monsignore" (...) nella maggior parte dei casi è semplicemente un titolo che dimostra molti anni di dedizione nel ministero al servizio del Signore». Il lettore ne uscirà rassicurato? In ogni caso stesso giorno sempre in rete altro acuto della Culture War non solo «contro il Papa», ma più alla radice. Infatti ricompare (4/4, ore 09) l'attacco all'intera riforma liturgica nel suo 50°. Il titolone, «Novus Ordo... quale bilancio?», annuncia un dossier con accusa diretta a Concilio, Paolo VI e Giovanni Paolo II: la loro Messa, cioè quella di oggi, è «un impressionante allontanamento dalla teologia» di fede cattolica «formulata dal Concilio Tridentino». Vera "guerra", e non solo a Francesco: da vicini, ma molto lontani.
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