Da pastore seppe conciliare rinnovamento e tradizione
martedì 3 settembre 2019
La grandezza di un pastore sta nel saper conciliare passato e futuro, tradizione e rinnovamento, rispettando la natura della Chiesa, custode del tesoro più grande dell'umanità e compagna di ogni essere umano. San Gregorio Magno incarnò questa attenzione lasciando un segno profondo nella storia. Era nato verso il 540 da una famiglia senatoriale e venne scelto come prefetto di Roma alla morte del padre. Lui però volle seguire la vocazione alla vita monastica, che lo portò a diventare abate di Sant'Andrea sul Celio. Il 3 settembre 590 divenne Papa e, nonostante la salute malferma, guidò con determinazione la Chiesa curandone l'amministrazione, la vita caritativa e i fondamenti della liturgia (il Messale Romano si radica nella sua opera), oltre che del canto sacro. Lasciò scritti di pastorale, morale, omiletica e spiritualità. Morì il 12 marzo 604.
Altri santi. San Crodegango di Seez, vescovo (VIII sec.); beata Brigida di Gesù Morello, religiosa (1610-1679).
Letture. 1Ts 5,1-6.9-11; Sal 26; Lc 4,31-37.
Ambrosiano. 1Gv 1,5-2,2; Sal 102 (103); Lc 16,1-8.
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