mercoledì 5 febbraio 2014
Ieri "Corsera" Massimo Nava (p. 12) da Parigi su «famiglia, parità di genere» e «liberazione dagli stereotipi… sessuali»: piccola crepa di una manifestazione e il Governo Hollande "frena" e rinvia tutto. Sorriso finale: persino dire "lingua madre" parrebbe scomodo! Ancora (pp. 30/31, «L'album di famiglia cattolico dell'utopia rivoluzionaria») Paolo Mieli sulla storia del rapporto tra mondo cattolico e «violenza politica nel secondo dopoguerra». In prima battuta il dramma di Reggio Emilia del luglio 1970: 5 morti e crisi del Governo Tambroni. Opportuna la secca precisazione: falso che il vescovo avrebbe fatto chiudere le Chiese per far uccidere i manifestanti. Racconto enciclopedico da allora ai nostri "anni di piombo" e oltre, con piccola crepa: Chiesa in genere e in specie il cardinale Ottaviani detti "conservatori" perché "anticomunisti". Forse varrebbe la pena una volta tanto ricordare ai lettori "di oggi" che il comunismo "di allora" non era Berlinguer e "Lettera al vescovo Bettazzi", bensì Stalin, Gulag, stragi con la carestia di popolo ucraino, uccisione di migliaia di pope e di preti, qualche decina anche da noi, persecuzioni, prigionia e tortura dei vescovi di Budapest, Praga e Zagabria…
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